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SETTORI BOULDER:
Bleau
notizie a cura di Federico Sibona
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Difficile, quasi impossibile, essere schematici nella descrizione di quella che può sicuramente essere considerata la patria, il posto per antonomasia, del bouldering. Difficile anche descrivere quello che si prova ad arrampicare qui, dato che è un condensato di storia dell’arrampicata, di stili, di difficoltà e di personalità che intontisce al solo pensarci. Per ogni boulderista che si rispetti una visita almeno nella vita è consigliata, ma un avvertimento: al ritorno resterà il ricordo di un’esperienza ineguagliabile al cui confronto il resto sarà definitivamente sminuito!
ACCESSO:
La foresta è enorme, per cui la prima cosa che mi sento di consigliare è l’acquisto delle validissime mini-cartine dell’IGN (Institut Geographique National) o simili per orientarsi. Il campeggio all’interno della foresta stessa è proibito, per cui se non volete rischiare scegliete le economiche è molto belle Gites d’Etapes (attenzione: nei periodi “caldi” prenotate, perché è molto dura trovare dei posti liberi!), oppure gli hotel della catena Ibis o simili, validi e quasi sempre a prezzi abbastanza normali.
Prima della partenza date un’occhiata su http://bleau.info/: ottimo sito, ben curato e ricco di informazioni di ogni tipo, con i topo delle aree più interessanti e comunque una descrizione di massima dei vari passaggi, a volte con il video stesso del boulder!!!
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7b+ Senza nome
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Le Toit du Cul du Chien
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INFORMAZIONI:
Qui dipende dal tempo che avete a disposizione. Tendenzialmente una settimana sarebbe l’ideale per una visitina, anche perché la meteo non è sempre il massimo e la pioggia rischia di rovinarvi la vacanza, anche se la roccia asciuga ad una velocità impressionante. Personalmente consiglierei di andare subito verso le aree più conosciute, che normalmente sono anche le più frequentate e sono facilmente raggiungibili, come per esempio “Cuvier”, “Cul de Chien”, “Franchard Cuisinière”, Gros Sablons”, “95.2”, ecc..
La prima volta l'impatto sarà di estasi più totale: immaginate una distesa di massi dalle forme più strane, tutte arrotondate (senza prese taglienti!), adagiati su un letto di morbida sabbia, all’interno di una foresta, con avvicinamenti dai parcheggi spesso misurabili in secondi (Cuvier!!!), e difficoltà per tutti. La cosa davvero bella è che arrampicano tutti, senza distinzioni di età, dal bambinetto alla persona già più avanti con gli anni, armati spesso solo di un microscopico tappetino (ci credo, con quegli atterraggi!), scarpette e sacchettino della magnesite.
L’aderenza è la cosa che sicuramente impressiona di più arrampicando a Bleau: la maggior parte delle volte gli appigli sono piattoni che a vederli da sotto ci si chiede come si possa stare attaccati e poi magicamente ci si ritrova su!
Il periodo migliore per arrampicare non è sicuramente l’estate, anche se nei diversi settori si può scegliere l’esposizione preferita durante la giornata e a seconda che sia piovuto qualche minuto prima o no. Anche se gli atterraggi sono sempre più che ottimi, un paratore insieme ci sta ... almeno per i problemi più alti (tipo “Le Toit du Cul du Chien”), dato che spesso per uscire sono richiesti ristabilimenti strani e non sempre così evidenti.
Arrampicare a Bleau è sinonimo di circuiti: diversi colori per diverse difficoltà, sicuramente molto interessante ma assicuro che cercare di concentrarsi su di un circuito diventa davvero difficile! Innanzitutto questo presuppone un minimo di conoscenza del posto per evitare di vagare inutilmente nella foresta per cercare i vari passaggi dello stesso colore. Poi, cosa molto importante, vedere un problema che ci fa innamorare e non poterlo provare perché non fa parte del circuito che stiamo portando a termine è pressochè impossibile, per cui io consiglio di arrampicare il più possibile, senza far troppo caso al grado ma badando più alla bellezza di certe linee.
Poi, naturalmente, i boulder duri ci sono e anche tanti, vuoi per i gradi strettini, vuoi per il tipo di arrampicata a cui generalmente non si è abituati.... ma qui non posso troppo essere d’aiuto!!!
E poi, in ultimo, la bellezza paesaggistica non indifferente lascia di stucco: sembra quasi impossibile che in mezzo a questo mare di sabbia e alberi ci sia una quantità così enorme di massi!
IL MASSO:
Spigolo al Cuvier
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Non posso consigliare un masso su tutti, primo perché non ho visitato tutta la foresta e poi perché…… è davvero impossibile! Credo però che l’area che bisogna visitare a tutti i costi sia Cuvier. L’avvicinamento, qui forse più che altrove, è nullo: si lascia l’auto sul parcheggio a fianco della N7 e appena scesi ci si inciampa già sui primi massi! Il sito in questione è generalmente piuttosto all’ombra, per cui magari non è da visitare dopo la pioggia, ed è abbastanza frequentato nei week-end, ma mai affollato al punto da non poter arrampicare, dato che ci sono un’infinità di problemi di diverse difficoltà.
L’area ospita anche il primo 6a della foresta “La Marie Rose” ed in generale è molto facile imbattersi in climber di diverse nazionalità che arrampicano qui. Nonostante la vicinanza con la strada statale il posto è abbastanza tranquillo e mai troppo rumoroso, ed oltretutto molto comodo rispetto ai grandi centri tipo Melun, Barbizon, Fontainebleau, ecc… Prepararsi soprattutto ad affrontare dei bei muri alti a tacchette o placche liscie sulle quali ci si può divertire a salire senza l’aiuto delle mani, un gioco in più per chiudere la giornata. Favoloso!
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