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CORSO DI ROCCIA
Tecniche di arrampicata: i fondamentali
Per tecnica di arrampicata si intende l'insieme delle posizioni e movimenti che ci permette di salire, con il minimo sforzo possibile, superfici verticali. Ogni tecnica richiede comunque un allenamento ed un'esperienza specifiche. Ma iniziamo a precisare alcuni concetti dando qualche definizione: per una progressione verticale se non adirittura strapiombante (cioè che supera l'inclinazione della verticale) è fondamentale capire immediatamente il concetto di equilibrio. La posizione naturale di equilibrio si impara già da piccoli, facendo i primi passi. Ma alla base di un buon equilibrio deve esserci la conoscenza del termine di "baricentro", che tecnicamente non è altro che il punto di applicazione della risultante di tutte le forze/pesi che agiscono su un corpo. Nel corpo umano, normalmente, il baricentro è identificato con il bacino: più il bacino è sulla verticale dei piedi (punti di appoggio), più avremo un buon equilibrio. Nelle seguenti figure capiamo subito l'importanza di non restare con il corpo "aderente" alla superficie di una parete quasi verticale per mantenere l'equilibrio.
Nella prima figura vediamo come agisce, su qualsiasi corpo, la forza di gravità. Indipentemente dall'inclinazione del terreno.
Nel disegno di destra è indicata la corretta posizione del corpo durante l'arrampicata: il busto rimane staccato dalla parete, il bacino (e quindi il nostro baricentro), rispetto ai piedi è sulla stessa retta della forza di gravità, ottenendo così un buon equilibrio.
Viceversa se avvicinassimo il busto e l'anca verso la parete, mantenendo i piedi nella stessa posizione del disegno, la direzione bacino/piedi avrebbe un'inclinazione nettamente diversa rispetto alla forza di gravità (indicata dalla linea rossa tratteggiata), causando la perdita dell'equilibrio (i piedi e di conseguenza il corpo tenderebbero a scivolare).
Ma se nella figura appena vista è possibile mantenere l'equilibrio utilizzando quasi ed esclusivamente la forza delle gambe, quando la progressione avviene su un terreno sempre più verticale, bisogna necessariamente ricorrere all'uso delle mani.
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Nella posizione indicata nel disegno, per mantenere l'equilibrio, è indispensabile utilizzare anche gli arti superiori: la freccia 3 indica la direzione del peso del corpo a causa della forza di gravità; le frecce 1 e 2 indicano le direzioni degli sforzi che compiono rispettivamente gli arti superiori e quelli inferiori.
Da sottolineare che è fondamentale imparare a distribuire correttamente il peso del corpo: le mani devono essere utilizzate in trazione solo per evitare la caduta, mentre la maggior parte del peso deve essere scaricata sui piedi che "premono" contro la parete. Durante la progressione saranno le gambe a spingere verso l'alto, mentre le mani accompagneranno il movimento di salita.
Non dimentichiamo infatti che quelli delle gambe sono i muscoli più forti e sono in grado di reggere grossi sforzi anche prolungati; le braccia (e soprattutto le dita), si stancano ben presto!
LA PROGRESSIONE:
La posizione segnata in figura è molto importante: esaminiamola bene per capire i movimenti in progressione. Le mani sono circa all'altezza del viso, la gamba A è praticamente distesa (e su di essa grava il peso del corpo), mentre l'altra (indicata come B), è pronta ad effettuare il passo successivo: il peso del corpo verrà progressivamente caricato su quest'ultimo arto permettendo di salire fino a che che la gamba B risulti distesa. Contemporaneamente, mantenendo fermi gli arti superiori, anche la gamba A viene sollevata sino a portarsi all'altezza dell'appoggio dell'arto B. A questo punto abbiamo raggiunto una posizione in cui entrambe le gambe sono distese e le mani sono ad un'altezza inferiore rispetto le spalle: muovendo una mano alla volta, cercheremo degli appigli più in alto per ristabilire la posizione degli arti superiori come in figura (ossia all'altezza del viso).
Attenzione: muovere solo un arto per volta per garantire la massima sicurezza.
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Nei disegni di questa pagina il nostro alpinista è raffigurato durante un'arrampicata diretta:
è posizionato frontalmente alla parete e, per la sua progressione, sfrutta le asperità della roccia poste sul piano che ha di fronte a sè.
Se oltre ad avere una parete davanti, ne avesse un'altra di fianco (come se si trovasse nell'angolo di una stanza), durante la progressione potrebbe utilizzare le asperità di entrambe le pareti rocciose: questo tipo di arrampicata si definisce arrampicata in opposizione.
Visti questi primi concetti, possiamo ora parlare delle tecniche che si utilizzano per salire su una parete di roccia sfruttando tutte le sue asperità che si distinguono in:
- appoggi se sfruttate dai piedi;
- appigli se utilizzate dalle mani.
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