CORSO DI ROCCIA
Tecniche di arrampicata: gli arti inferiori
I piedi possono sfruttare le asperità rocciose lavorando in:
appoggio: esempio di un gradino;
in aderenza: quando il gradino non è in piano ma più o meno inclinato. A volte il gradino può essere quasi inesistente, come su placcha: in questo caso si sfrutta quasi esclusivamente l'attrito tra suola e roccia;
ad incastro: se è presente una fessura sufficientemente larga nella parete cercheremo di incastrarci il piede.
Piede su un appoggio marcato: il "gradino" sufficientemente ampio, permette di appoggiare buona parte della pianta del piede.
Piede su un appoggio poco marcato: in questo caso è necessario usare la punta del piede
Premesso che in arrampicata vengono utilizzate quasi sempre le "scarpette" già illustrate nell' attrezzatura da roccia, in generale vale il discorso che quando il terreno presenta molte asperità poco marcate (come nel caso del secondo disegno), è più adatta una calzatura rigida, che aiuti a sostenere il piede.
In ogni caso in appoggio bisogna tenere il tallone del piede più in basso rispetto alla punta: in questa posizione infatti il muscolo del polpaccio rimane rilassato.
L'incastro di piede è di uso frequente con le pedule o con le scarpette, come nella figura a lato. (Con gli scarponi rigidi, le fessure strette della roccia, sono difficilmente utilizzabili). In pratica si sfrutta sia l'aderenza e l'attrito tra la scarpa e roccia, sia la torsione dell'insieme piede e caviglia.