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Il Monte Bianco
Quando da bambino arrivavo ad Entreves grazioso paesino situato alle pendici del monte Bianco, la prima cosa che facevo sceso dalla macchina era quella di soffermarmi per svariati minuti ad osservare quel muro maestoso di roccia e ghiaccio. Guardavo in silenzio senza pensare a nulla, guardavo affascinato e basta !!!
Nel frattempo passati molti anni su quel muro di roccia e ghiaccio ci sono stato diverse volte a scalare sia dal versante italiano, che da quello francese, però in cima a quel muro non c’ero mai andato …. e a dire il vero non ero attratto in modo morboso come invece capita a molti che vogliono arrivare a tutti i costi sul tetto d’Europa !!!!! Ho sempre preferito salite sicuramente meno conosciute ma per me più appaganti. Però quando non più tardi di un mese fa mi è stato proposto di tentare di salire il Bianco in “velocità” dall’Aguille du Midi passando dal Tacul e poi dal Mont Maudit,per la via che i francesi chiamano la Trois Mont Blanc, mi si sono immediatamente illuminati gli occhi ed ho detto si, proviamoci !!!
Un grazie grosso va sicuramente a Rudy ideatore del giro, guida alpina valdostana che ormai mi,... ci,( includo anche la mia compagna Paola) sopporta da tanti anni sia in estate che in inverno. Insieme abbiamo fatto tanta fatica, ma cose davvero molto belle ed emozionanti in tutto questo tempo.
Così venerdì 16 agosto alle 5 del mattino appuntamento ad Entreves e via, percorriamo il tunnel del Monte Bianco destinazione Chamonix. Abbiamo deciso di vederci con un certo anticipo rispetto alla partenza della prima funivia (6:30) per l’Aguille du Midi, perché vogliamo essere sicuri di salire con la prima corsa. Alle 5:45 siamo già davanti alle biglietterie ancora chiuse, e con noi pochi alpinisti…. Ed incredibilmente già un paio di turisti. Con il senno di poi avremmo potuto arrivare anche una ventina di minuti dopo, ma pazienza ormai siamo li.
Anche se non siamo in Svizzera, con grande precisione alle 6:30 la funivia si mette in movimento. Nel giro di 20 minuti ci ritroviamo 2600 metri sopra a Chamonix a quota 3840m. 10 minuti per prepararsi ed alle 7:00 pronti, si parte con il sole ormai sorto, direzione Monte Bianco.
Per la prima volta dopo diversi anni la cresta iniziale che dal Midi ti porta al col du Midi è molto larga e non fa certo paura, bene la cosa mi rasserena molto, perché partire a freddo camminando su un filo di cresta con la sotto Chamonix non l’ho mai gradito molto….
Bene mi dico il più è fatto….. ovviamente in realtà ho percorso solo poche decine di metri, il punto è che se fino al giorno prima non ero sicuro di riuscire nel tentativo, quei pochi metri mi sono sufficienti per prendere fiducia e diventare molto ottimista e questo non certo per le condizioni della cresta,... anche se fosse stata affilatissima come non mai, avrei detto le stesse cose.
La discesa per il col du Midi a 3530m. è molto veloce e in poco tempo dopo essere passati sotto il rifugio dei Cosmique,ci troviamo davanti alla imponente parete di neve, ghiaccio e grossi seracchi del Tacul. Non ci fermiamo ed affrontiamo di petto la salita subito non particolarmente pendente,via via che si sale però la pendenza cambia ed aumenta sensibilmente.
Rispetto all’ultima volta che ho affrontato il Tacul per lo stesso itinerario, il percorso è diverso, ma non può essere altrimenti, qui tutto è in movimento continuo,di conseguenza anche i passaggi variano. In realtà non è particolarmente impegnativo questo tratto, (a parte il passaggio di un crepaccio) ma è insidioso per il pericolo di valanghe o cadute di seracchi. Non più tardi di 4 giorni prima la mia salita, un seracco si è staccato ed ha provocato 2 vittime; senza dimenticare che in questi ultimi anni si sono verificate tragedie ben più grandi di quest’ultima !! Quando passiamo nel punto esatto dove si è verificata l’ultima disgrazia non riesco a non pensare a quelle povere persone che sicuramente avevano lo stesso mio entusiasmo nel salire e che non pensavano certo che potesse succedere a loro una cosa del genere ….. eh si perché pur essendo conscio dei pericoli oggettivi, pensi che a te non debba capitarti nessuna disgrazia, è un qualcosa che riguarda altri …. Invece non è così ed in quei metri percorsi per superare i blocchi di ghiaccio precipitati dall’alto mi fanno sentire per un attimo molto vulnerabile.
Procediamo e dopo un’ora e 20 minuti siamo sul Tacul 4200m. Qui decidiamo di fare un a breve sosta, giusto per mangiare una mezza barretta di cioccolato bianco accompagnata da una mezza bottiglietta di Sali minerali; un paio di foto con il cellulare ( niente macchina fotografica troppo pesante) e via nuovamente discesa verso il col Maudit 4035m. Da qui inizia la seconda salita della giornata, più breve rispetto la prima, ma sicuramente più impegnativa con una pendenza che poco per volta aumenta sempre più, fino a diventare parete negli ultimi 50 metri. Per fortuna la condizione della neve è molto buona, i ramponi si conficcano sicuri e decisi e la picca non è da meno, così si riesce ad affrontare questo tratto delicato con una certa tranquillità senza bruciare troppe energie fisiche e nervose. Sono passate 2 ore 30 minuti circa ed anche il Mont Maudit 4430m. è superato, ora davanti a noi il Bianco sembra davvero più vicino.
Controlliamo
l’orologio e siamo molto contenti, siamo sotto i tempi preventivati, oggi il Bianco non ci può scappare afferma Rudy !!! Io condivido convinto. Ancora un paio di foto veloci e nuova discesa per arrivare al colle della Brenva 4300m. dove decidiamo di fare la seconda sosta, che poi diventa anche l’ultima ,perché da qui riusciamo a fare una tirata unica fino alla vetta del Monte Bianco. Questi 500 metri di dislivello che ci separano dalla meta hanno un sapore del tutto particolare, mi sembra di camminare in un altro pianeta,sarà l’altitudine, sarà l’aria sempre più rarefatta, sarà un silenzio irreale ma sembra di essermi staccato dalla terra !!! L’unica cosa che non cambia è il passo sempre deciso e costante. In questo tratto raggiungiamo e superiamo diverse cordate partite la notte dal rifugio dei Cosmique.
Alle 10:45 finalmente tocchiamo il punto più alto d’Europa a 4810m. di altezza. Lo spettacolo che si scorge da qui è per forza di cose unico ! Difficile da descrivere, con una parola forse anche un po’ banale lo definirei : fantastico !!! Grande gioia, per essere riusciti ad abbinare il Monte Bianco con una salita in velocità.
Per non smentirci anche in vetta pochi minuti di sosta (una decina), qualche foto in più e poi via si torna indietro. Per chi mastica montagna sa bene che le gite non finiscono quando si arriva alla meta prefissata, ma finiscono quando si arriva alla macchina. Molte volte è la discesa a diventare più insidiosa della salita, sia per difficoltà tecniche che per stanchezza fisica, che per deconcentrazione dovuta al raggiungimento dell’obiettivo. Ancora più difficile è una discesa come questa, che in realtà prevede ancora delle salite…. !
Pensando e sapendo tutte queste cose, rimaniamo concentrati, e rispetto all’andata però, ce La prendiamo con un poco più di calma.
Arrivati nuovamente al Maudit raggiungiamo una cordata di spagnoli che con un certo impaccio e lentezza si prepara a calarsi sulla parete utilizzando una sosta posizionata li dalle guide di Chamonix. Hanno difficoltà a sbrogliare la corda e stanno parlando tra loro piuttosto animatamente.
Per non aspettare troppo tempo Rudy decide di creare lui una sosta “personale” e così mentre gli spagnoli sono sempre li, io mi sto già calando tenendomi più a sinistra rispetto al punto normale di discesa. Arrivato alla sosta successiva, non faccio altro che assicurarmi ed attendere l’arrivo di Rudy.
Riprendiamo a scendere, mi fermo un attimo e mi giro….. gli spagnoli sono ancora impegnati sulla parete ! Passiamo velocemente un punto dove sopra le nostre teste aleggiano seracchi che fanno sembrare noi delle piccole formiche e per la seconda volta passiamo per il colle Maudit. Salita (non troppo impegnativa) per il Tacul. Arrivati li ci fermiamo per riposarci un pochino. Ne approfitto anche per fare pipì ….. non la facevo dalle 4 del mattino !!! mangio una barretta energetica e “stappo” la mia immancabile bottiglietta di coca cola, che piacere berla …. Con tutte quelle bollicine (come dice il buon Vasco). Per me è il primo momento della giornata che abbasso la tensione,anche se solo per il tempo della pausa.
La neve dal Tacul nonostante si scenda velocemente sotto i 4000m e sia un orario che il sole si fa sentire, tiene ancora bene, rendendo la discesa sicura e non particolarmente faticosa.
Arrivati al gran pianoro del colle Midi, ci fermiamo per levarci le giacche a vento (fa molto caldo) e per bere ancora un pochino,ed è qui che commetto l’errore …. Penso di essere ormai arrivato, lAguille du Midi è li sopra di noi, in linea d’area sono poche centinaia di metri, peccato però che non sono ancora capace di trasformarmi in uccello e così i 300 metri di dislivello che mi separano dalla funivia che ci riporterà a Chamonix diventano una “ faticosa scocciatura”Per fortuna sia io che Rudy conserviamo ancora una scorta di energia (forse l’ultima ?) che ci permette di superare velocemente anche questo ultimo tratto e con esso anche una serie di lunghe cordate assomiglianti a serpenti in lento movimento.
Sono le 14:45 e dopo 7ore e 45 minuti di “unione” io e Rudy ci sleghiamo e reciprocamente ci facciamo i complimenti circondati e mescolati ai turisti che armati di macchine fotografiche sono venuti fin quassù ad ammirare ed immortalare una delle meraviglie naturali del mondo …. E a proposito di fotografie, una ragazza presumibilmente araba mi chiede in inglese di avvicinarmi a lei perché vuole una foto ricordo con me, non posso certo deludere questa singolare richiesta. Dopo aver esaudito il suo desiderio mentre la funivia mi sta riportando alla civiltà mi assale un dubbio: forse anche io sono diventato una meraviglia del mondo da fotografare ??? O l’aria rarefatta dei 4000 metri mi ha dato alla testa ?
Vorrei tanto credere alla prima ipotesi, ma realisticamente ho paura che sia più probabile la seconda ipotesi.
Questa volta non ho raccontato di una gara agonistica come usualmente faccio in questo spazio che gentilmente mi offre Carlo, ma ho voluto condividere con voi questa “gara” speciale che non aveva come avversari altri atleti con cui confrontarsi, ma che ha messo alla prova me stesso in qualcosa di particolare e sotto molti punti di vista unico. So per certo che quello che ho fatto non rappresenta un’eccezionalità, ma so altrettanto che non capita a tutti di salire e scendere questo monte in giornata, anzi in poco più di mezza giornata con le sue difficoltà, i suoi dislivelli, le sue altezze, le sue condizioni ambientali.
Il giorno dopo ero già a correre, partecipando ad una gara di 21 km, perché la vita va avanti, non si ferma mai, ne nei momenti brutti.... come nei momenti esaltanti ed emozionanti come è stata questa esperienza !!!
Andrea
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