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titolo: la montagna per tutti
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GIORNI DI GRANITO E DI GHIACCIO
Stefano Ardito
Versante Sud, 2009



copertina
E' nell'agosto del 1786 che per la prima volta viene raggiunta la vetta del Monte Bianco.
Un'impresa, ad opera di Jean Balmat e Michel-Gabriel Paccard, seguita negli istanti più significativi da Chamonix, dove il barone tedesco Adolf Von Gersdorf era intento a scrutare con il binocolo le cime innevate. All'improvviso notò due puntini che stavano salendo lenti ma decisi verso la cima: in quel momento, i due alpinisti, erano a poca distanza dai Rochers Rouges, ad oltre 4500 m.

Da allora sono passati più di due secoli, e quella fu la prima di una serie di avventure ed imprese che hanno avuto come protagonisti i grandi nomi dell'alpinismo e come teatro il massiccio più alto d'Europa.

"Giorni di granito e di ghiaccio propone 40 episodi - avvincenti ed entusiasmanti - per raccontare la storia dell'alpinismo sul Monte Bianco.
L'autore ha ricostruito gli eventi più importanti e significativi, partendo dal primo approcio ai ghiacciai del 1741, e li propone in modo coinvolgente, senza enfatizzare gli episodi tragici ma evidenziando i momenti delle grande imprese. Storie fatte di successi e tragedie, di grandi amicizie ma anche di competizioni, invidie e rivalità.
Imprese nate da motivazioni diverse: esploratori, studiosi, dilettanti, grandi alpinisti e guide alpine si sono avvicendati sulle rocce ed i ghiacciai del Bianco.

A quella prima salita sono seguite quelle dell'800 di Edward Whymper, Albert Frederick Mummery, Emilio Rey e Michel Croz; i nomi degli anni del sesto grado - come Riccardo Cassin e Giusto Gervasutti; gli eroi degli anni Sessanta - da Walter Bonatti a René Desmaison e a Chris Bonington; sino ad arrivare agli alpinisti moderni: da Patrick Gabarrou a Giancarlo Grassi, da Renato Casarotto a Michel Piola, da Patrick Bérhault ad Alison Jane Hargreaves e a Philippe Batoux.

Da quel lontano 1786 il granito ed i ghiacci del massiccio hanno vissuto anche profondi cambiamenti: il ritiro dei ghiacciai e le frane hanno reso molti itinerari impercorribili o inesistenti. Su tutti i crolli avvenuti a più riprese sul Dru, che hanno cancellato completamente, tra le altre, le vie tracciate da Thomas Gross e Catherine Destivelle e - con loro - un paio di lunghezze del mitico Pilastro Bonatti.
Da qui sono nate nuove motivazioni e nuove storie, che hanno spinto nel 2006 Martial Dumas "Cochonnette" a proporre a Jean-Yves Fredriksen (Blutch) di aprire una nuova via sulla frana del Dru.

Un libro, firmato da Stefano Ardito, che può coinvolgere ed appassionare anche chi non frequenta la montagna; perchè il Massiccio del Bianco non è solo la storia dell'alpinismo ma rappresenta una pagina importante anche della storia dell'uomo.


L'autore:
Stefano Ardito nato a Roma nel 1954, è escursionista e alpinista, giornalista e fotografo, scrittore e regista. Si occupa di natura, montagna, trekking e viaggi per Specchio, Alp, Meridiani, Qui Touring, Plein Air, la Rivista della Montagna e Viaggi&Sapori.
Ha scritto un'ottantina di libri e guide dedicati alle montagne di tutto il mondo. Come regista ha curato una quaranntina di documentari per il programma di Rai Tre Geo&Geo, che ha presentato dal 1991 al 1993. E' stato tra i fondatori dell'associazione ambientalista Mountain Wilderness e tra gli ideatori del Sentiero Italia.
Con Versante Sud ha già pubblicato Dolomiti - Giorni verticali.

Per ulteriori dettagli:
www.versantesud.it
Indice e alcuni brani del libro

Recensione di: Carlo Gozzi



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